Organizzare iniziative interessanti, essere immersi nella natura e produrre eccellenze agroalimentari ma non comunicarle oppure comunicarle poco e male è come possedere una Ferrari e andare ai 90 km all’ora in autostrada. Uno spreco.
In Italia ci sono prodotti enogastronomici di eccellenza un po’ ovunque e presenti in tutte le stagioni. Moltissime persone hanno tra gli obiettivi dei loro viaggi la visita a cantine, malghe e frantoi per degustare i prodotti e assaggiare i piatti tipici. E la maggior parte come souvenir di viaggio acquista proprio prodotti agroalimentari.
Negli ultimi anni, specie post Covid, le feste e sagre paesane sono state letteralmente prese d’assalto da turisti, famiglie e ragazzi mossi dall’entusiasmo di divertirsi ma anche provare le tipicità locali. Allo stesso tempo, numerose cantine hanno iniziato a organizzare visite e degustazioni per coinvolgere gli enoturisti.
L’enoturismo, infatti, in Italia è in costante crescita, con turisti desiderosi di scoprire e assaggiare le eccellenze enogastronomiche del paese. Tuttavia, molte cantine e produttori non hanno ancora compreso le potenzialità di una comunicazione efficace per diffondere le proprie iniziative e differenziarsi dalla concorrenza.
Spesso, le proposte sono tutte simili: le classiche visite alla cantina e degustazione, yoga in vigneto, passeggiata tra le vigne.
In questo modo come fa un turista a scegliere un produttore anziché un altro con la stessa tipologia di vini?
Qualche dato interessante lo ha diffuso l’impresa tecnologica Divinea nel “Report Enoturismo e Vendite direct-to-consumer 2023” che evidenzia le potenzialità ancora inespresse dell’enoturismo.
Il dato positivo è che il 73,8% di chi vive un’esperienza acquista, al termine di essa, almeno una bottiglia di vino. Solo il 31,8% delle cantine riceve i visitatori anche la domenica, che potenzialmente è una delle giornate preferibili per i clienti privati. Il 95,1% delle esperienze sono anche in lingua inglese, ma e solo il 7,5% dei siti web consente di prenotare una visita pagando anticipatamente online. L’offerta enoturistica italiana resta fortemente focalizzata sulle degustazioni tradizionali che, rispetto a tutte le tipologie di esperienze, si attestano al 70,8%, in linea con l’anno precedente. Crescono le esperienze speciali, vista la presenza sempre maggiore di proposte enogastronomiche e di pic-nic che complessivamente raggiungono il 18% dell’offerta.
Dalla mia esperienza, anche come docente per enti di formazione in ambito agroalimentare, posso affermare che la maggior parte delle imprese non san comunicare al meglio le loro eccellenze o iniziative. Spesso ci si affida a qualche post su Facebook non immaginando neppure quanti altri strumenti di comunicazione si possono utilizzare per informare gli enoturisti italiani e stranieri.
Perché accontentarsi di informare sempre gli stessi appassionati e non veder crescere il pubblico?
Mi sono date tre risposte:
- Poco interesse perché il fatturato alto si fa con le esportazioni
- Le potenzialità della comunicazione sono sottostimate
- La comunicazione viene gestita internamente senza affidarsi a professionisti competenti e con esperienza
Ma questa è una visione miope che rischia di livellare le imprese senza comunicare la loro identità e accrescere la reputazione di un brand.